Un ballo in maschera

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Un ballo in maschera – Giuseppe Verdi | Opera

Prima parte: 1 ora e 30 minuti | Intervallo: 30 minuti | Seconda parte: 50 minuti
Durata complessiva: 2 ore e 50 minuti circa

 

Nel 1857 Verdi viene ingaggiato per scrivere un’opera per il Teatro San Carlo di Napoli e subito inizia la caccia al soggetto perfetto. La prima idea è Re Lear di Shakespeare ma la mancanza di tempo lo costringe a ripiegare su un libretto di Scribe, Gustave III ou Le bal masqué, già musicato da Auber e da Mercadante. La storia si ispirava a un fatto storico accaduto nel 1792: l’omicidio di re Gustavo III di Svezia ad opera di un suo cortigiano durante un ballo. L’argomento era indubbiamente scomodo, l’uccisione in scena di un monarca non poteva lasciare indifferenti i censori napoletani, che infatti intervennero imponendo a Verdi numerosi tagli e modifiche. Ma l’autore teneva troppo ai tratti settecenteschi e allo stile brillante di ascendenza francese della sua nuova opera per poter accettare, tra le tante richieste, di spostare l’azione nel dodicesimo secolo dove sarebbe stato impossibile «trovare un principotto, un duca, un diavolo, sia pure del Nord, che avesse visto un po’ di mondo e sentito l’odore della corte di Luigi XIV». Naufragato così il debutto napoletano, Un ballo in maschera sarà allestito al Teatro Apollo di Roma, dove andrà in scena il 17 febbraio 1859.

 

 

Trama

L'azione si svolge a Boston alla fine del XVII secolo.

 

Atto I

Quadro I: palazzo del governatore a Boston

Il Conte Riccardo è il saggio e illuminato governatore della colonia inglese del Massachusetts sotto il regno di Carlo II. La scena si apre nel suo palazzo, dove il Conte riceve una serie di notabili tra i quali, ben nascosto, si cela un piccolo gruppo di congiurati guidati da Samuel e Tom, che sta tramando contro di lui. Intanto il fido paggio Oscar si occupa dei preparativi di un ballo in maschera che di lì a qualche giorno sarà ospitato nel palazzo e porge al Conte una lista degli invitati tra i quali figura Amelia, moglie del creolo Renato, segretario ed amico carissimo di Riccardo. Questi ama segretamente la donna, ma è troppo fedele al proprio amico per tentare di sedurla. Successivamente un giudice chiede a Riccardo di firmare l'atto di condanna all'esilio della maga Ulrica, una donna di colore, ma Oscar tenta di dissuaderlo poiché la fattucchiera potrebbe vendicarsi facendo ricorso alle sue arti; il governatore, scettico, decide di recarsi travestito da pescatore nel suo antro.

 

Quadro II: l'abituro della maga Ulrica

Ulrica, al termine di un rituale, diventa consapevole che qualcosa di molto grave sta per accadere. Arriva Riccardo travestito da pescatore e accompagnato da Oscar e da un gruppo di amici; per mettere alla prova le capacità magiche di Ulrica, il governatore fa predire a turno la ventura di ciascuno di loro, per burlarsi di lei realizzando immediatamente i vaticini con degli astuti stratagemmi. Ad un certo punto giunge una donna che chiede di essere ricevuta da sola: si tratta di Amelia, la quale, divisa fra l'amore e il dovere coniugale, chiede alla maga una pozione che le renda la pace perduta. Ulrica le consiglia di recarsi a mezzanotte in un campo malfamato nei dintorni di un cimitero, dove potrà raccogliere un'erba magica. Riccardo, di nascosto, ascolta la confessione di Amelia e gioisce nel sapere che la donna ricambia il suo amore. Una volta andata via Amelia è Riccardo stesso a farsi predire il futuro. La maga non riconosce la sua nobiltà sotto mentite spoglie, e gli fa una profezia infausta: tra i suoi amici ce n'è uno o più d'uno che tramano contro la sua vita; colui che lo ucciderà sarà anche la prima persona che gli stringerà la mano. Riccardo, per ulteriore dileggio, si aggira tra i presenti chiedendo loro di stringergli la mano, ma nessuno osa farlo. L'arrivo di Renato e la sua amichevole stretta di mano sembrano tuttavia fugare ogni dubbio: Riccardo dichiara che questi è il suo amico più fidato, e non oserà mai ucciderlo. A quel punto Riccardo rivela la sua vera identità a Ulrica e le concede la grazia e la invita ad ammettere che sia una ciarlatana; la maga, pur riconoscente nei suoi confronti, non può ritirare il vaticinio.

 

Atto II

Campo malfamato nei dintorni del cimitero di Boston

Amelia si è recata di notte presso il cimitero, nel campo indicatole da Ulrica, per raccogliere l'erba magica; mentre la cerca, piange il suo amore disgraziato. Riccardo la raggiunge e, durante un colloquio serrato, le strappa la confessione del suo amore. La passione sta per travolgere i due innamorati, quando di lontano si vede sopraggiungere Renato, sulle tracce dei congiurati che stanno per tendere un agguato al Conte. Renato non riconosce la moglie, che si è coperta il volto con un velo, ed esorta l'amico a fuggire. Riccardo accetta dopo aver ottenuto da Renato la solenne promessa che riaccompagnerà la donna velata fino alle porte della città, senza mai rivolgerle la parola. Sopraggiungono i congiurati che, delusi nel trovare il segretario in luogo del governatore, vorrebbero almeno vedere il volto della sua misteriosa amante. Renato si oppone mettendo la mano alla spada e Amelia, per evitare il duello, lascia cadere il velo. La vista della moglie lascia Renato impietrito e desta l'ilarità nei congiurati, che scherzano pesantemente sulla situazione. Renato decide di lavare quest'onta col sangue di Riccardo, così convoca i congiurati nella sua casa per allearsi con loro e favorire l'uccisione del Conte. Quindi riconduce Amelia in città, non prima di averla minacciata di morte.

 

Atto III

Studio del governatore di Boston

Al sorgere del nuovo giorno Renato affronta Amelia e le dice che solo il sangue potrà lavare l'onta. La donna accetta il suo destino ma implora Renato di poter abbracciare per un'ultima volta il loro figlio: nel vedere quella scena straziante, Renato decide di non uccidere sua moglie, ma solo Riccardo. Poco dopo Samuel e Tom, i congiurati, giungono a casa di Renato, ancora stupefatti del cambio repentino dell'uomo, che conferma di voler partecipare all'attentato. Si tira a sorte chi dovrà vibrare il colpo fatale e Amelia è costretta a estrarre il nome dell'assassino: il prescelto è Renato. Successivamente giunge Oscar con l'invito per il ballo in maschera, e Renato afferma che vi andrà assieme ad Amelia, la quale, avendo compreso le intenzioni del marito, tenterà in ogni modo di salvare il suo amato. Nel frattempo Riccardo, meditando nel suo studio sulla fedeltà di Renato, ha deciso di rinunciare ad Amelia ed intende rimpatriare Renato in Inghilterra assieme alla moglie: mentre firma il decreto arriva Oscar con un biglietto consegnatogli da una donna misteriosa, ove sta scritto che durante il ricevimento la sua vita sarà messa in pericolo. Riccardo decide di presenziare comunque al ballo per rivedere un'ultima volta la sua amata. Il ballo in maschera ha dunque inizio: Renato tenta di capire quale sia il travestimento di Riccardo, e con uno stratagemma riesce a carpire l'informazione da Oscar. Nel frattempo Riccardo viene avvicinato da Amelia, che lo implora di fuggire. Riccardo rifiuta, ma le confessa di aver firmato l'ordine per la sua partenza. Mentre si accingono all'addio, giunge Renato e pugnala a tradimento il Conte. Oscar accusa Renato del delitto ma il Conte, agonizzante, fa liberare l'amico e, fattolo avvicinare, gli confessa di aver amato Amelia ma di averne rispettato l'onore, e gli mostra il dispaccio firmato. Mentre Renato contempla le conseguenze dell'erronea vendetta, Riccardo muore, pianto da tutti i presenti.

Programma e cast

Maestro concertatore e direttore: Emmanuel Tjeknavorian

Maestro del Coro: Lorenzo Fratini

Regia: Valentina Carrasco

Scene: Andrea Belli

Costumi: Silvia Aymonino

Luci: Marco Filibeck

Video: Max Volpini

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

 

 

Riccardo - Antonio Poli/Max Jota (22)

Renato - Ariun Gambaatar/Hae Kang (22)

Amelia - Chiara Isotton/Alessia Panza (22)

Ulrica - Ksenia Dudnikova

Oscar - Lavinia Bini

Samuel - Mattia Denti

Tom - Adriano Gramigni

Un giudice - Mario Greco

 

Nuovo allestimento
Cast aggiornati al 30 giugno 2025

Teatro del Maggio

Il Teatro del Maggio è in centro, a ridosso della vecchia cinta muraria della città, al fianco della storica Stazione Leopolda. Il giardino che accoglie i visitatori è Piazzale Vittorio Gui, intitolato al fondatore della Stabile Orchestrale Fiorentina e del Maggio Musicale Fiorentino.


In treno
Santa Maria Novella è la principale stazione ferroviaria di Firenze.
Da lì è possibile arrivare in Teatro con un breve tragitto a piedi (circa 10-15 minuti) oppure prendendo la tranvia (una fermata) o un taxi.


In auto
L’Opera di Firenze è appena fuori dalla zona ZTL.
È possibile parcheggiare nei pressi del Parco delle Cascine o a pagamento nel parcheggio Porta al Prato (Via Elio Gabbuggiani, 7) e nel parcheggio di Piazza Vittorio Veneto.


In bus
Linee C1, C2 e D (fermata Leopolda);
Linee 17 e 23A-B (fermata Via delle Carra);
Linea 17B-C, 22, 23N, 23 e 57 (fermata Pierluigi da Palestrina);
Linee 29, 29B, 29BA, 29BC, 29D, 30A, 30B, 30AC, 35 e 35° (fermata Leopolda – Porta al Prato; Capolinea).


In tranvia
Linea T1 (fermata Porta al Prato – Parco della musica).

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