Madama Butterfly

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Madama Butterfly
Tragedia giapponese in tre atti (1904)
Musica di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, tratto da David Belasco

 

Durata: circa 2 ore e 50 minuti, incluso un intervallo dopo il primo atto
Lingua: italiano, con sopratitoli in tedesco e inglese
Età consigliata: dai 12 anni in su

 

Il tenente Pinkerton si è innamorato della geisha Cio-Cio-San, conosciuta come Madama Butterfly, e desidera sposarla secondo la tradizione giapponese, senza però impegnarsi in un legame duraturo. Ma Butterfly ama sinceramente Pinkerton e ha un figlio da lui. Per anni lo aspetta invano. Quando Pinkerton torna, è accompagnato dalla sua nuova moglie americana: è venuto a prendere il bambino. Butterfly allora si uccide con un pugnale.

 

Madama Butterfly si basa su una novella che sarebbe ispirata a una storia vera. Quando, a metà del XIX secolo, le flotte americane forzarono l’apertura dei porti giapponesi, la cultura nipponica iniziò a influenzare l’Occidente, e non solo viceversa. Ben presto opere e operette iniziarono a essere ambientate in questo paese appena scoperto che, pur progredendo rapidamente a livello tecnologico, offriva una modernità diversa grazie alla conservazione della propria cultura. Giacomo Puccini ha integrato l’esotismo del Giappone e della sua musica non con uno spirito di appropriazione coloniale, ma con autentico interesse: studiò fonti musicali giapponesi, inserì canzoni originali nella partitura e fu ispirato a creare un’orchestrazione sofisticata e timbri particolari. Tutto ciò contribuisce a rendere questa "tragedia giapponese" una delle opere più commoventi della storia. La regia di Eike Gramss affronta con sensibilità lo scontro tra due culture in un affascinante contesto giapponese.

 

 

Trama

 

Atto I

Siamo all'inizio del XX secolo a Nagasaki. Benjamin Franklin Pinkerton (tenore), giovane ufficiale della marina degli Stati Uniti, sbarcato in Giappone si unisce in matrimonio con una ragazza quindicenne di nome Cio Cio-san (in giapponese 蝶蝶さん, Chōchō-san), che significa Madama (San) Farfalla (蝶?, Chō), in inglese Madama Butterfly (soprano), nome col quale viene chiamata dopo le nozze per sancire la fedeltà al marito. Le nozze sono fortemente volute da entrambi gli sposi: Cio Cio-san, caduta in disgrazia dopo il seppuku del padre, è stata infatti costretta a diventare una geisha e spera di riabilitarsi mediante il matrimonio; Pinkerton, dal canto suo, la sposa per puro spirito di avventura, consapevole di avere secondo le usanze locali il diritto di abbandonare la moglie anche dopo un solo mese. Durante la cerimonia irrompe lo zio bonzo di Cio Cio-san, che disereda la ragazza poiché, per sposare Pinkerton, ella ha rinunciato al suo legittimo nome e al buddhismo per abbracciare il cristianesimo. Abbandonata per sempre la sua famiglia, Cio Cio-san si lega ardentemente al marito appena sposato col quale si prepara a consumare.

 

Atto II

Sono passati tre anni da quando Pinkerton è ritornato in patria abbandonando la giovanissima sposa, che vive nella casa lasciatale dal marito assieme alla fedele serva Suzuki. La dimora sta andando in malora e la somma di denaro lasciata da Pinkerton è vicina a esaurirsi; Suzuki ha ormai realizzato che l'uomo non tornerà, ma Cio Cio-san, forte di un amore ardente e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato. Un giorno riceve la visita del console Sharpless (baritono), venuto a sincerarsi delle condizioni della donna; vedendo quanto lei si illuda, le suggerisce di accettare la corte del principe Yamadori, che vorrebbe sposarla ma che lei rifiuta ostinatamente poiché si considera ancora legata a Pinkerton. Cio Cio-san reagisce mostrandogli il figlio che ha avuto con Pinkerton prima che partisse, e che ha nascosto a tutti, compreso il marito: se questi non tornerà, poiché è stata allontanata dalla famiglia di provenienza, a lei non resterà che ridiventare geisha per mantenere il figlio, sorte a cui ella preferisce la morte. Successivamente Cio Cio-san scruta l'orizzonte e vede apparire la nave su cui era imbarcato il suo amato: convinta che sia tornato per lei, la donna esulta e insieme a Suzuki addobba la casa per accoglierlo degnamente; le due donne e il bambino restano in attesa per tutta la notte, ma nessuno si presenta.

 

Atto III

Cio Cio-san, dopo la notte insonne passata ad aspettare Pinkerton, è ormai disillusa e si rassegna al suo fato. Mentre riposa, il suo amato si presenta presso la loro casa, accompagnato da Sharpless e dalla giovane Kate, da lui sposata regolarmente negli Stati Uniti. L'uomo rivela a Suzuki che è venuto a prendersi il bambino per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Ma, quando Pinkerton vede come Butterfly ha decorato la casa per il suo ritorno, si rende conto di aver commesso un grosso errore. Ammette di essere un codardo e di non poterla affrontare, lasciando Suzuki, Sharpless e Kate a dare la notizia alla donna. Questa accetta di rinunciare a suo figlio purché Pinkerton venga di persona a vederla. La sua grande illusione, la felicità sognata accanto all'uomo amato, è svanita del tutto. Decide quindi di scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore; dopo aver affidato il figlio alle cure di Pinkerton e Kate, lo pone su una stuoia e gli fa voltare il viso verso sinistra, gli mette tra le mani una piccola bandiera americana e una bambolina mentre con delicatezza lo benda. Nella struggente e drammatica scena finale, Cio Cio-san prega le statue dei suoi dei ancestrali, dice addio al figlio, chiude la porta e si posiziona dietro un paravento. Butterfly si colpisce (secondo l'usanza giapponese denominata jigai) con un tantō ereditato dal padre, al quale era stato dato dal Mikado perché si suicidasse, che presentava le parole "con onor muore chi non può serbar vita con onore" incise sulla lama; si trascina verso il figlio e gli cade vicino. Si sente da lontano la voce di Pinkerton che grida "Butterfly! Butterfly!", quindi egli entra, insieme a Sharpless, nella stanza di Butterfly per chiederle scusa, ma è troppo tardi e la trova ormai morta, mentre il bambino, bendato, gioca con una bambola e la bandierina, ignaro di tutto.

Programma e cast

Cast – 30 novembre 2025, 3 dicembre 2025, 6 dicembre 2025, 10 dicembre 2025
Direttore musicale: Tomáš Netopil
Regia: Eike Gramss
Scene e costumi: Peter Sykora
Maestro del coro: Dani Juris

 

Cio-Cio-San: Corinne Winters
Suzuki: Natalia Skrycka
Kate Pinkerton: Sandra Laagus
Benjamin Franklin Pinkerton: Brian Jagde
Sharpless: Lauri Vasar
Goro: Andrés Moreno García
PRINCIPE YAMADORI: Irakli Pkhaladze
ZIO BONZO: N.N.
COMMISSARIO IMPERIALE: Hanseong Yun

 

Coro della Staatsoper, Staatskapelle Berlin

 

Cast – 22 aprile 2026, 24 aprile 2026, 26 aprile 2026, 30 aprile 2026
Direttore musicale: Keri-Lynn Wilson
Regia: Eike Gramss
Scene e costumi: Peter Sykora
Maestro del coro: Dani Juris

 

Cio-Cio-San: Elena Guseva
Suzuki: Natalia Skrycka
Kate Pinkerton: Sandra Laagus
Benjamin Franklin Pinkerton: Najmiddin Mavlyanov
Sharpless: Arttu Kataja
Goro: Junho Hwang
PRINCIPE YAMADORI: Irakli Pkhaladze
ZIO BONZO: Manuel Winckhler
COMMISSARIO IMPERIALE: Hanseong Yun

 

Coro della Staatsoper, Staatskapelle Berlin

Opera di Stato Unter den Linden

Staatsoper Unter den Linden è uno dei più prestigiosi teatri d'opera di Berlino, con una ricca storia e un significativo impatto culturale.

 

Storia:
La Staatsoper Unter den Linden fu costruita originariamente tra il 1741 e il 1743, sotto la direzione dell'architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Fu commissionata da Federico II di Prussia e inizialmente chiamata Königliche Oper (Opera Reale). Il teatro ha subito diverse ristrutturazioni e ricostruzioni, in particolare dopo i danni della Seconda Guerra Mondiale. È stato riaperto nel 1984, dopo una grande ristrutturazione.

 

Costruzione:
Il design originale era caratterizzato dallo stile barocco, con una facciata elegante e un grande ingresso. L'edificio è stato ricostruito negli anni '50 e '80, mantenendo l'esterno classico mentre l'interno è stato modernizzato. La facciata presenta un portico classico con sei colonne corinzie e un prominente frontone centrale.

 

Interno:
L'interno è noto per il suo design opulento e classico. L'auditorium è rinomato per la sua acustica e grandiosità, con sedili in velluto lussuosi e decorazioni elaborate. La scena e le aree di seduta sono state aggiornate per soddisfare gli standard moderni delle esibizioni, pur preservando l'estetica storica.

 

Concerti e Spettacoli:
La Staatsoper Unter den Linden ospita una varietà di spettacoli, tra cui opere, concerti orchestrali e balletto. È sede della Staatskapelle Berlin, uno dei principali orchestre della Germania. Il teatro è celebre per le sue produzioni di alta qualità e il suo ruolo nella vivace scena culturale di Berlino.

 

VIAGGIO
La Staatsoper Unter den Linden è completamente accessibile senza barriere grazie ai suoi eccellenti collegamenti con i mezzi pubblici.

INDIRIZZO: Unter den Linden 7; 10117 Berlino

METROPOLITANA
S+U Friedrichstraße (S1, S2, S5, S7, S25, S75)

 

METRO
Hausvogteiplatz (U2)
Museumsinsel (U5)
Stadtmitte (U2, U6)
Unter den Linden (U5, U6)

 

AUTOBUS
Staatsoper (100, 245, 300)
Unter den Linden/Friedrichstraße (100, 147, 245, 300, N6)

 

PARCHEGGIO
Q-PARK parcheggio Unter den Linden/Staatsoper
Bebelplatz, 10117 Berlino
Nel parcheggio sotterraneo sono presenti cinque stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Maggiori informazioni sono disponibili qui.

Il parcheggio sotterraneo in Bebelplatz offre spazi per disabili e accesso diretto all'opera. Entrando nel parcheggio tra le 17:30 e le 23:30, la tariffa massima per il parcheggio è di 7 €. Per utilizzare questa tariffa, inserisci il tuo biglietto di parcheggio in una delle macchine per il pagamento e il messaggio «Tariffa teatro» verrà visualizzato sul display. Si prega di notare che non è possibile utilizzare la tariffa se si entra nel parcheggio prima delle 17:30, quindi non verrà visualizzata sul display. CONSIGLIO: Se paghi la tariffa teatro alla macchina prima dell'evento, puoi evitare lunghe attese dopo lo spettacolo.

Wikipedia
© Gianmarco Bresadola
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