La Notte prima di Natale

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Compositore: Nikolaj Rimskij-Korsakov. Libretto del compositore, tratto dal racconto omonimo di Nikolaj V. Gogol’.

Consigliato a partire dai 10 anni

Un vero canto natalizio. Opera in quattro atti (1895)

In lingua russa. Con sopratitoli in tedesco e inglese. Nuova produzione.

Una coproduzione con la Komische Oper di Berlino.

 

Quando le notti sono più lunghe, e il vento gelido e le tempeste di neve imperversano, è il tempo della Koliada – la festa pagana del solstizio d’inverno e il Natale cristiano-ortodosso, fusi insieme. In questi dodici giorni magici, il confine tra il mondo umano e quello degli esseri oscuri si assottiglia. La notte prima di Natale, il “vero” canto natalizio di Nikolaj Rimskij-Korsakov, basato sull’omonimo racconto di Gogol’, si svolge proprio in questo periodo dell’anno.

Il compositore fonde abilmente elementi delle fiabe slave e del folclore, commedia contadina satirica e mondi onirici surreali, contrappone le tradizioni natalizie cristiane alle figure e ai rituali pagani. In questo modo collega il Natale al ciclo solare e crea un mondo dove il canto ucraino della koliada, le campane della chiesa, diavoli, streghe, divinità naturali e lo scontro tra spiriti della luce e dell’oscurità convivono durante il solstizio d’inverno, la “nascita del sole”.

Qui umani e creature soprannaturali si confrontano direttamente: una strega che vuole distogliere il figlio da un amore; quel figlio che, per dimostrare il suo amore, vuole ottenere le pantofole d’oro della zarina; un diavolo irritato dal fatto che gli uomini non lo temano più; una giovane donna coinvolta nelle dinamiche del gruppo umano; una luna rapita e stelle danzanti – il tutto immerso in un mondo sonoro ricco e fantasioso.

 

Trama

L'azione ha luogo nel villaggio di Dikan'ka, in Ucraina, nello spazio aereo e alla corte imperiale di San Pietroburgo, nel XVIII secolo.

 

Atto I

Scena prima. La vigilia di Natale nel villaggio di Dikan'ka. Dal camino di una casa esce, assieme al fumo, la vedova Solocha (che è una strega), si siede sul tetto ed intona una vecchia koljadka. Sul tetto vicino arriva il Diavolo che le fa eco. Egli è irritato col figlio di Solocha, il fabbro Vakula, perché gli ha dipinto un ritratto molto poco simpatico. Per vendicarsi il Diavolo vuole rubare la luna, per far sì che il cosacco Čub resti a casa, intralciando così l'appuntamento amoroso di Vakula con la figlia di lui, la bella Oksana. Anche la strega non vede di buon occhio la relazione del figlio, decide pertanto di aiutare il Diavolo: provocano una tormenta di neve e si alzano in volo, e la luna scompare. Entra in scena Panas, compare di Čub, che bussa alla sua porta per invitarlo ad andare a trovare il diacono. I due si incamminano e vagano nell'oscurità. Intanto Vakula si dirige verso la casa di Čub per chiedere a Oksana se lo ama oppure no. Per strada si imbatte in Čub e, non avendolo riconosciuto, lo colpisce e lo scaccia via. Mentre Vakula pensa alla sua bella, la luna e le stelle ricompaiono.
Scena seconda. Dentro la casa di Čub. Oksana si guarda allo specchio civettuola. Entra Vakula, del cui amore la ragazza si fa beffe. Arrivano le amiche di Oksana e cantano una koljadka. In presenza della amiche, Oksana dichiara che sposerà Vakula, se questi gli porterà gli stivaletti della zarina. Le ragazze ridono del povero fabbro.

 

Atto II

Scena prima. A casa di Solocha. Solocha ed il Diavolo, uscito dalla stufa, amoreggiano e ballano. Bussano alla porta ed il Diavolo si nasconde in un sacco di carbone. Entra il capo del villaggio, ma all'udire la voce del diacono che si avvicina, si nasconde anche lui in un sacco di carbone. Il diacono entra e inizia ad amoreggiare con Solocha, ma all'arrivo di Čub si nasconde in un terzo sacco. Čub canta e beve con Solocha. Si ode la voce di Vakula che torna a casa, e Čub si infila nel sacco, dove è già nascosto il diacono. Entra Vakula, che pensa alla richiesta di Oksana. Solocha esce ed il fabbro, presi i tre sacchi, esce a sua volta.
Scena seconda. Per strada, presso la fucina di Vakula, in una notte di luna. Vakula mette giù i sacchi, e prende con sé solo il più piccolo, dove crede che ci siano i suoi attrezzi. Sopraggiungono dei giovani che cantano e prendono in giro il beone Panas e Vakula. Vakula decide di recarsi dal cosacco Pacjuk, che è uno stregone. I giovani aprono i sacchi, da cui escono il capo del villaggio, il diacono e Čub. I ragazzi intuiscono le scappatelle di Solocha e si fanno beffe dei tre disgraziati dongiovanni.

 

Atto III

Scena prima. Dentro la casa di Pacjuk. Pacjuk è seduto e mangia varenyki magici che gli saltano in bocca da soli. Entra Vakula che di aiutarlo a trovare il Diavolo. Pacjuk gli risponde che chi ha il Diavolo in spalla non deve andare lontano. Vakula posa il sacco, da cui esce il Diavolo: il fabbro minacciandolo gli intima di fargli da cavallo e di portarlo dove vorrà. Pacjuk scompare con la sua casa e Vakula salta in groppa al Diavolo, ordinandogli di portarlo a San Pietroburgo, dalla zarina.
Scena seconda. In aria. Danze e giochi delle stelle. Giungono anime cattive, tra le quali anche Pacjuk e Solocha, che tentano di fermare Vakula sul suo destriero, ma senza successo. Vakula va avanti e presto all'orizzonte appare la capitale.
Scena terza. Nella sala di un palazzo. Tra i cortigiani ci sono dei cosacchi, tra cui Vakula. Viene suonata una polonaise. Entra la zarina. I cosacchi stanno per presentare le loro petizioni alla zarina, ma Vakula li interrompe con la sua richiesta. La zarina ordina di consegnargli i suoi stivaletti, ed il diavolo riporta indietro Vakula.
Scena quarta. In aria. Vakula sfreccia in spalla al diavolo. Albeggia. Compaiono le anime candide di Koljada (sotto forma di fanciulla) e Ovsen' (sotto forma di ragazzo). Tra le luci dell'alba si vede Dikan'ka e si ode il suono del campanile e di canti natalizi.

 

Atto IV

Il cortile presso la casa di Čub, di giorno. Le donne si riuniscono e parlano del cosacco scomparso: concludono che o si è impiccato, o si è annegato, ed in questo modo turbano Oksana. La ragazza si sente in colpa per la sua durezza e decide di trattarlo con tenerezza, se ritornerà. Entra Vakula e chiede Oksana in sposa a Čub, che per dispetto a Solocha acconsente. Vakula dà ad Oksana gli stivaletti della zarina. Entra una folla di giovani che chiede a Vakula di raccontare la storia di quelle scarpette. Il fabbro promette di raccontare ogni cosa al suo amico, l'apicoltore Pan'ko (la voce narrante dei racconti di Veglie alla fattoria presso Dikan'ka), affinché la scriva, tra la gioia generale.

Programma e cast

Direttore d'orchestra: Vladimir Jurowski
Regia: Barrie Kosky
Scenografia: Klaus Grünberg
Costumi: Klaus Bruns
Coreografia: Otto Pichler
Coro: Christoph Heil
Drammaturgia: Saskia Kruse

La zarina: Violeta Urmana
Il capo del villaggio: Sergei Leiferkus
Tschub: Dmitry Ulyanov
Oksana: Elena Tsallagova
Solocha: Ekaterina Semenchuk
Wakula: Sergey Skorokhodov
Panas: Milan Siljanov
Il diacono Ossip Nikiforowitsch: Vsevolod Grivnov
Pazjuk: Matti Turunen
Il diavolo: Tansel Akzeybek
Una donna con il naso color viola: Alexandra Durseneva
Una donna con un naso normale: Laura Aikin

Orchestra del Teatro dell’Opera di Stato Bavarese
Coro dell’Opera di Stato Bavarese

Nationaltheater

Il Nationaltheater (Teatro Nazionale) è un teatro di Monaco di Baviera, sito nella Max-Joseph-Platz.

 

Il teatro venne commissionato da Massimiliano I e il progetto venne affidato all'architetto Karl von Fischer, che lo ultimò nel 1818. L'edificio venne distrutto da un incendio nel 1823 e venne riedificato nel 1825, su progetto di Leo von Klenze. In quella particolare situazione, per riedificare il teatro fu autorizzata una eccezionale tassa su tutta la birra prodotta a Monaco di Baviera. L'edificio venne costruito in stile neoclassico, ispirandosi all'architettura dei templi greci. Anche l'interno del teatro rispetta i canoni della classicità greca. L'auditorium ha una forma circolare ed è decorato in rosso porpora, avorio, oro e azzurro. È circondato da cinque ordini di palchi, con al centro il palco reale.

 

Il Nationaltheater è molto facile da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici MVV. 

 

Con i mezzi pubblici MVV 

S-Bahn: S 1-8 Marienplatz 
U-Bahn: U 3, 6 Marienplatz, U 3-6 Odeonsplatz 
Bus: 52, 131 Marienplatz, 100 Odeonsplatz 
Straßenbahn: 19 Nationaltheater 

Il giorno dello spettacolo, titolari di biglietti regolari hanno il diritto di utilizzare il trasporto pubblico fornito dal Münchner Verkehrsverbund (MVV). Il servizio inizia alle 03:00 rispettivamente tre ore prima dello spettacolo inizia e termina con l'ora del MVV chiusura. 

 

In auto 

Prendere la Altstadt-Ring per Maximilianstraße. 

Garage Max-Joseph-Platz: aperto Lunedi alla Domenica dalle 06:00 a 02:00 

È possibile usufruire dello speciale teatro parcheggio di Euro 10, - da 06:00 a 08:00 presentando i biglietti di ammissione.

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