Il Flauto Magico

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Il flauto magico – Wolfgang Amadeus Mozart | Opera
Durata approssimativa: 2 ore e 40 minuti, con un intervallo (20 minuti)
Lingua: Eseguito in tedesco, con sovratitoli in ceco e inglese
Avviso: Durante lo spettacolo vengono utilizzati effetti di fuoco
Adatto a un pubblico a partire dai 7 anni

 

 

Trama

La trama, piena di significati esoterici e massonici, si svolge in un antico Egitto immaginario; caratterizzata da un'alternanza di riferimenti al giorno e alla notte, si sviluppa lungo un graduale passaggio dalle tenebre dell'inganno e della superstizione verso la luce della sapienza solare, al quale corrisponde un progressivo capovolgimento di prospettiva nel ruolo dei buoni e dei malvagi, i cui poli contrapposti sono rappresentati da Sarastro e dalla Regina della notte, Astrifiammante.

 

Atto I

Paesaggio roccioso e aspro. Il principe Tamino sta fuggendo in una foresta inseguito da un dragone, e al momento di essere raggiunto, cade sfinito e sviene. Giungono però in suo soccorso le tre Dame della Regina della Notte che abbattono il serpente con le loro lance d'argento, lasciando poi a malincuore il bel giovane per recarsi dalla Regina a informarla.

 

Entra in scena Papageno, il buffo uccellatore vestito di piume che suona il suo flauto. Quando Tamino riprende i sensi crede che sia stato Papageno a uccidere il dragone, e costui non nega il fatto. Tornano però le tre Dame che lo puniscono per questa menzogna, chiudendogli la bocca con un lucchetto, per poi mostrare a Tamino un ritratto della giovane Pamina, figlia della Regina, dalla cui bellezza egli resta colpito.

Preannunciata da un fragore di tuoni, fa l'ingresso in scena la Regina della Notte, che lamenta il dolore per la scomparsa della figlia Pamina, che il malvagio Sarastro tiene prigioniera con un suo incantesimo, e prega Tamino di andare a salvarla.

 

Innamoratosi del ritratto della giovane, Tamino decide di andare con l'uccellatore Papageno a liberarla. Le Dame tolgono a quest'ultimo il lucchetto, e danno poi a Tamino un flauto magico che lo assista nell'impresa, e a Papageno un Glockenspiel fatato. Tamino e Papageno si incamminano così verso il castello di Sarastro, sotto la guida di tre fanciulli, o genietti.

Papageno arriva per primo al castello e penetra nella stanza dove il perfido moro Monostato tiene prigioniera Pamina, oggetto delle sue attenzioni morbose. Alla vista reciproca, Papageno e Monostato si mettono paura a vicenda, essendo il primo bizzarramente rivestito di piume e il secondo un uomo di pelle nera. Entrambi scappano via, ma Papageno riprende coraggio, torna da Pamina e la informa che il principe Tamino è innamorato di lei. Costei a sua volta lo rincuora assicurando che il cielo manderà anche a lui una compagna; poi insieme tentano la fuga.

 

Frattanto, Tamino, guidato dai ragazzi, giunge di fronte a tre templi, intitolati rispettivamente alla Natura, alla Ragione, e alla Sapienza. Respinto dai primi due, vede uscire dal terzo un sacerdote egizio che gli chiede cosa stia cercando. Tamino risponde amore e virtù, eppure il suo cuore grida vendetta contro Sarastro. Il sacerdote, capovolgendo l'immagine di un Sarastro malvagio, sostiene che questi è un maestro di saggezza, il quale ha rapito Pamina per un motivo che resterà oscuro a Tamino finché non si farà guidare dall'amicizia.

Sconcertato e disorientato, Tamino suona il flauto magico nella speranza di far apparire Pamina, e riceve in lontananza la risposta dello zufolo di Papageno, che sta fuggendo insieme con lei dagli sgherri di Monostato. Per sottrarsi alle loro grinfie, Papageno fa suonare il carillon fatato, facendo ammansire per magia gli sgherri di Monostato, che si allontanano.

 

Papageno e Pamina non fanno però in tempo a esultare, perché arriva Sarastro su un carro trionfale condotto da sei leoni, preceduto da un corteo di devoti. Pamina gli confessa di aver tentato la fuga per sottrarsi alle insidie di Monostato, al che Sarastro, con fare paterno, le spiega che per il suo bene non vuole restituirla a sua madre, donna che definisce superba.

Catturato da Monostato, Tamino viene successivamente condotto al cospetto di Sarastro. Ora Tamino e Pamina si incontrano per la prima volta e subito si innamorano l'uno dell'altra. Contro ogni aspettativa, Sarastro fa punire Monostato e libera Tamino, informandolo che, se vorrà entrare nel suo regno con Papageno, dovrà superare tre prove.

 

Atto II

La scena riprende in un boschetto di acacie, al cui centro si erge una piramide. Diciotto sacerdoti marciano con passi solenni, guidati da Sarastro, per preparare il Rito di iniziazione per l'ingresso dei nuovi adepti nella loro confraternita. Sarastro rivela di aver rapito Pamina perché destinata dagli Dei al nobile Tamino. Pronuncia quindi un'invocazione a Iside e Osiride, affinché assistano spiritualmente Papageno e Tamino nelle dure prove che li attendono.

Terminata l'orazione, i due sono fatti entrare nel vestibolo del Tempio della Saggezza, dove vengono privati di ogni possesso e interrogati da due sacerdoti circa le loro intenzioni. Tamino risponde di voler cercare in amicizia la conoscenza e la saggezza, mentre Papageno preferirebbe invece una donna da amare. Entrambi incominciano quindi la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada. Presto si fa buio e riappaiono le tre Dame, che cercano di dissuaderli dall'entrare nella confraternita, mettendoli in guardia dalle false intenzioni dei sacerdoti. Tamino tuttavia non cede.

 

Nella scena seguente, Monostato si avvicina furtivamente a Pamina addormentata in un giardino notturno: vorrebbe baciarla, ma, spaventato dall'arrivo di Astrifiammante, la Regina della Notte, si nasconde per origliare. La Regina della Notte chiede a Pamina notizie del giovane che aveva inviato a liberarla, e va in collera quando apprende che si è unito agli iniziati. Poiché lei non può nulla contro Sarastro, da quando il suo sposo in punto di morte lasciò a lui il Cerchio del Sole dai Sette Raggi, consegna a Pamina un pugnale perché sia lei a uccidere Sarastro, minacciando di maledirla e rinnegarla per sempre se non farà ciò che le ha ordinato. Quando la Regina della Notte se ne va, Monostato si avvicina a Pamina e la minaccia di rivelare l'intrigo a Sarastro se lei non cederà alle sue voglie. Sopraggiunge lo stesso Sarastro che, dopo aver scacciato Monostato, si rivolge paternamente a Pamina e le spiega che non si vendicherà, perché solo l'amore, non la vendetta, conduce alla felicità.

Prosegue intanto il percorso iniziatico di Tamino e di Papageno, al quale si rivolge una vecchina innamorata di lui, che afferma di avere diciotto anni. Si avvicinano anche i tre ragazzi su una macchina volante, che restituiscono loro rispettivamente il flauto e il carillon di campanelli, e portano loro anche del cibo. Pamina cerca di parlare a Tamino, ma il giovane (essendo ancora sottoposto alla prova del silenzio) non può risponderle. Lei crede che lui non l'ami più, e, sopraffatta dal dolore, medita il suicidio col pugnale della madre, ma viene fermata dai tre fanciulli che le confidano che Tamino è ancora innamorato di lei.

 

Papageno, che ha infranto la regola del silenzio, non può più continuare la prova; non potendo ora più godere delle gioie celesti, gli viene concesso il piacere terreno di una coppa di vino rosso, e dell'amore di quella vecchia che improvvisamente si tramuta in un'avvenente ragazza di nome Papagena, la quale però gli viene subito sottratta.

Pamina decide invece di accompagnare Tamino nel tentativo di superare le due successive prove dei quattro elementi: l'attraversamento dei sotterranei del Tempio e la purificazione con l'Acqua, la Terra, l'Aria e il Fuoco. Pamina gli svela anche l'origine del flauto magico, che fu intagliato durante una tempesta da suo padre, Gran Maestro di una Confraternita Solare, grazie al suono del quale ora essi, protetti da una piramide di energia, possono restare indenni contro le forze astrali che si scatenano su di loro. Superando infine la prova, vengono fatti entrare nel Tempio con un coro di giubilo dei sacerdoti.

 

Intanto, sconsolato per la scomparsa di Papagena, Papageno vorrebbe impiccarsi a un albero, ma viene fermato in tempo dai tre genietti che lo esortano a suonare i magici campanelli: subito riappare la sua innamorata, che finalmente si concede a lui per sempre.

Ancora indomiti, sopraggiungono Astrifiammante, le tre Dame e Monostato, che si è unito a loro, per uccidere Sarastro e impossessarsi del suo regno. Un terremoto li fa però inabissare, e si celebra così la vittoria del Bene sul Male. Pamina e Tamino vengono accolti nel Regno Solare di Sarastro, e l'opera si conclude col coro finale dei sacerdoti:

«Salute a voi iniziati!
Voi avete attraversato la notte!
Sia grazie a te, Osiride!
Sia reso grazie a te, Iside!
La Fermezza ha vinto
e per premio incorona
la Bellezza e la Saggezza
con eterna gloria!»

Programma e cast

Direttore: Zdeněk Klauda
Tamino: Daniel Matoušek
Pamina: Vera Talerko
La Regina della Notte: Diana Schnürpel
Sarastro: Jiří Sulženko
Papageno: Lukáš Bařák
Prima Donna: Barbora Perná
Seconda Donna: Stanislava Jirků
Terza Donna: Kateřina Jalovcová
Papagena: Lenka Pavlovič
Monostatos: Josef Moravec
Primo Uomo in Armatura: Jan M. Hájek
Secondo Uomo in Armatura: Roman Vocel
Mozart: Ondřej Mataj
3 geni: Coro dei bambini della Filarmonica di Praga

 

Coro del Teatro Nazionale
Orchestra del Teatro Nazionale
Coro dei bambini della Filarmonica di Praga

 

Libretto: Emanuel Schikaneder
Regista: Vladimír Morávek
Scene: Miroslav Huptych, Martin Ondruš
Costumi: Tomáš Kypta
Allenatore dei movimenti: Leona Qaša Kvasnicová
Maestro del coro: Lukáš Kozubík
Dramaturgia: Beno Blachut

Teatro degli Stati di Praga

Il Teatro degli Stati di Praga (in ceco, Stavovské Divadlo) è uno storico teatro d'Opera boemo in stile rococò, tra i più antichi e famosi di tutta l'Europa. Il nome richiama gli "Stati" che costituivano la Corona di Boemia. Venne inaugurato nel 1783 con la rappresentazione del dramma Emilia Galotti di Lessing e in esso si tennero le prime di due celeberrime opere di Mozart: il Don Giovanni il 29 ottobre 1787 e La clemenza di Tito il 6 settembre 1791.

 

La prima moderna opera ceca, di František Škroup venne messa in scena nel 1826 e nel 1834 la prima esecuzione della Fidlovačka di Josef Kajetán Tyl, comprendente il brano Kde domov můj (Dov'è la mia casap), eseguito da basso Karel Strakatý, che sarebbe poi diventato l'inno nazionale ceco.

 

Unito nel 1948 al nuovo Teatro Nazionale, consta di tre complessi artistici - opera, balletto e teatro - che alternano vicendevolmente le loro esibizioni negli altri teatri storici di Praga. Tutte e tre le ensemble selezionano il loro repertorionon solo fra il ricco patrimonio classico, ma prestano attenzione anche sulla produzione artistica moderna.

 

In auto al Teatro Nazionale di parcheggio


Per il centro (OldTown), approccio su Masarykovo nábřeží (Masaryk terrapieno) nella direzione dalla Casa Danzante, al bivio di fronte al Teatro Nazionale di girare a destra per via Divadelní e poi ancora a destra per via Ostrovní al Teatro Nazionale di parcheggio . Il parcheggio costa 50 CZK / h.
Da lì, a piedi del Teatro degli lungo via Národní, quindi 28. října strada, svoltare a sinistra sulla via Na Můstku e destra per strada Rytířská.


Altri vicini parcheggi sicuri:


Kotva magazzino (Revoluční 1/655, Praga 1), poi a piedi lungo via Králodvorská a Ovocný trh.
Palladium grande magazzino (Na Poříčí 1079/3a, Praga 1), poi a piedi lungo via Králodvorská a Ovocný TRH, o della Porta delle Polveri attraverso la strada Celetná a Ovocný trh.


Con il tram


Con i tram diurni Nos 6, 9, 18 e 22 o tram notturni Nos 53, 57, 58 e 59 fino alla fermata "Národní třída", poi a piedi lungo la via Národní, quindi 28. října strada, svoltare a sinistra per via Na Můstku e destra per strada Rytířská.

Con i tram diurni numeri 5, 8, 14 e 26 o tram notturni Nos 51, 54 e 56 fino alla fermata "Namesti Republiky", poi a piedi in giro per la Casa Municipale della Porta delle Polveri, sulla strada Celetná per Ovocný trh.


Con i tram diurni numeri 3, 9, 14, 24 o tram notturni Nos 52, 54, 55, 56 e 58 fino alla fermata "Jindřišská", poi a piedi lungo Nekázanka / Panská strade, girare a sinistra per Na Příkopě strada e poi a destra per via Havířská (da Na Příkopě strada si può anche camminare attraverso la galleria Myslbek).


In metro


Per la stazione "Můstek", le linee A e B (verde e giallo), poi a piedi per via Na Můstku e destra per strada Rytířská.

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