Carmen
Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do |
Rappresentata sui palcoscenici di tutto il mondo e le cui arie sono immediatamente riconoscibili sia ai melomani che ai neofiti, pensiamo a L'amour est un oiseau rebelle (Habanera) – Carmen è un’opera simbolica sulla ricerca della libertà di amare, una rappresentazione plastica della violenza di genere che scaturisce da una passione travolgente. Il titolo fu inizialmente poco apprezzato e trovò il suo successo solo dopo la morte del compositore: il debutto della prima parigina, avvenuto il 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique, non incontrò il favore del pubblico, scandalizzato dalla trama scabrosa, ma pochi mesi dopo a Vienna – purtroppo dopo la prematura morte dell’autore – l’opera ottenne finalmente il successo che la rese immortale nella storia della musica. In occasione del 150º anniversario della prima, la nuova produzione di Carmen vedrà il Maestro Sergio Alapont, specialista del repertorio francese, alla direzione dell’orchestra.
La produzione – coprodotta dai Teatri d’OperaLombardia (Grande di Brescia, Ponchielli di Cremona, Fraschini di Pavia, Sociale di Como e Donizetti di Bergamo), insieme al Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, al Teatro Municipale di Piacenza e al Teatro Dante Alighieri di Ravenna – porta la firma del regista Stefano Vizioli e sarà completata dalle scenografie di Emanuele Sinisi, dai costumi di Annamaria Heinreich e dalle luci di Vincenzo Raponi.
Nel cast artistico spicca la voce di Emanuela Pascu, talentuosa mezzosoprano rumena che interpreterà il ruolo principale alternandosi con Emilia Rukavina. Roberto Aronica vestirà i panni di Don José, condividendo il ruolo con il tenore egiziano Ragaa El Din, mentre Rocio Faus e Alessia Merepeza si alterneranno nel ruolo di Micaëla e Pablo Ruiz interpreterà Escamillo. A completare il cast le voci di Aoxue Zhu (Mercédès), Soraya Mencid (Frasquita), Matteo Torcaso (Moralès), Nicola Ciancio (Zuniga) ed Edoardo Milletti (Remendado). L’opera sarà eseguita in lingua originale con sovratitoli in italiano.
Trama
Atto I
1820, Siviglia. In una piazza della città a destra vi è la porta della manifattura dei tabacchi, sullo sfondo un ponte e a sinistra il corpo di guardia. All'alba giunge una fanciulla in cerca del giovane dragone don José; il sergente di ronda cerca di attaccare discorso con lei, ma poco dopo viene annunciato il cambio della guardia: alcuni bambini imitano le mosse dei soldati. La piazza si riempie di militari e giovanotti che attendono l'arrivo delle sigaraie della fabbrica poco distante; tra di essi c'è don José, il quale dice al tenente Zuniga che, per quanto graziose esse siano, egli non ha occhi che per Micaela, una giovane orfana cresciuta da sua madre come una figlia. Suona una campana: la folla di uomini anticipa l'arrivo delle operaie. Per ultima viene Carmen, bella zingara sospettata di contrabbando che diventa centro dell'attenzione generale quando canta una sensuale Habanera (L'amour est un oiseau rebelle, L'amore è un uccello ribelle). Una citazione del motivo del fato la porta faccia a faccia con Don José, che pare non notarla. Carmen gli lancia un fiore e corre in fabbrica, lasciandolo a raccoglierlo proprio mentre torna la fanciulla di poco prima, che si rivela essere proprio Micaela; ella porta a José soldi e notizie di sua madre (Parle-moi de ma mère, Parlami di lei). La donna, ormai anziana e preoccupata per le sorti del figlio, lo supplica di maritarsi con Micaela; il giovane ne sarebbe ben lieto, e assieme alla fanciulla canta un duetto ricco di incanto ma povero di passione. Urla dalla fabbrica interrompono l'idillio. Una sigaraia è stata accoltellata in seguito a una lite per futili motivi: alcuni giurano che la colpevole sia Carmen, mentre altri la difendono. Zuniga cerca di capire cosa sia successo, quindi invia José all'interno, che ne esce portando con sé Carmen; Zuniga ne dispone l'arresto. Rinchiusa in cella e legata, Carmen esorta José a lasciarla andare, dapprima cercando di impietosirlo; poi, notando la sensibilità del giovane al suo fascino, esercita tutte le sue arti seduttive, riuscendo infine a farlo invaghire (Près des remparts de Séville, Presso il bastion di Siviglia). José è indotto ad allentare i nodi e permette che la zingara si liberi dandogli una spinta e correndo via, aiutata dalla folla che trattiene i soldati.
Atto II
Siamo nell'osteria di Lillas Pastia, è trascorso un mese. Lì Carmen danza e canta con le amiche Mercedes e Frasquita (Les tringles des sistres tintaient, All'udir del sistro il suon). Arrivano Remendado e Dancairo, due contrabbandieri che chiedono l'aiuto di Carmen per i loro affari illegali; la zingara tuttavia rifiuta di aiutarli. Entra Zuniga, che cerca di sedurre Carmen, ma viene interrotto dall'arrivo del celebre torero Escamillo (Votre toast, je peux vous le rendre, Il vostro brindisi, posso rendervelo). Anche il torero si fa sedurre da Carmen, che però respinge entrambi gli spasimanti. Confidandosi con le amiche, Carmen confessa la ragione dei suoi strani comportamenti: ella si è innamorata di José, il quale per averla aiutata a fuggire è stato incarcerato e degradato a soldato semplice, e attende che lo rilascino. Il giovane arriva subito dopo, e rimasto solo con Carmen le confessa il suo amore (La fleur que tu m'avais jetée, Il fior che avevi a me tu dato). La zingara inizia allora a danzare per lui, ma la loro passione viene interrotta dalla tromba che chiama i soldati all'appello in caserma. José vorrebbe rientrare per non subire ulteriori punizioni, ma la possessiva Carmen lo minaccia di abbandonarlo se non rimarrà con lei: a nulla valgono le struggenti dimostrazioni d'amore del soldato. Arriva a quel punto Zuniga, certo di trovare José presso l'osteria; il soldato, indovinando l'attrazione del suo superiore verso Carmen, si ribella e lo sfida a duello, ma la zingara chiama in aiuto i contrabbandieri che li separano. Ormai compromesso, José non può far altro che unirsi a Carmen e ai fuorilegge fuggendo dall'osteria (Là-bas dans la montagne, Vieni lassù sulla montagna).
Atto III
L'atto terzo si apre sulle montagne dove si trova il covo dei contrabbandieri. Carmen e José, che vivono ormai da mesi nell'illegalità, litigano frequentemente e la loro relazione è agli sgoccioli: l'uomo mal sopporta la dura vita da fuorilegge, e lei gli rimprovera questa scarsa propensione. Mentre José monta di guardia, Carmen si unisce a Mercedes e Frasquita nella lettura dei tarocchi: mentre le amiche prevedono un futuro roseo e tanta ricchezza, le carte predicono a Carmen una morte vicina; a Josè toccherà lo stesso destino, poco dopo lei. Turbata, la zingara riflette sull'ineluttabilità del destino, e si prepara al peggio. Poco dopo arriva Micaela, venuta di nuovo a cercare don José: la fanciulla, di nascosto, assiste all'arrivo di Escamillo, che per poco non viene ammazzato da una fucilata di José. Non sapendo di essergli rivale, il torero gli confida di non aver mai dimenticato Carmen e di essere venuto a offrirle di diventare la sua donna, coprendola di onori e ricchezze. José impazzisce di gelosia e i due si sfidano a duello, ma vengono divisi da Carmen: la zingara viene affascinata dalle profferte di Escamillo, cosa che fa infuriare ancora di più il suo compagno. Micaela viene trovata nascosta tra le rocce e implora José di tornare con lei da sua madre, che desidera rivederlo e perdonarlo: Carmen, tuttavia, lo avverte che se dovesse lasciarla lei cederebbe alla corte di Escamillo e andrebbe via con lui. José sta per cedere, ma Micaela gli rivela che la madre è in punto di morte: a quel punto egli la segue, ma prima di andarsene giura vendetta a Carmen (Ah! Je te tiens, fille damnée, Mia tu sei alma dannata).
Atto IV
Plaza de toros a Siviglia. Carmen è ormai la donna di Escamillo, e in quanto tale è più ricca ed elegante che mai. Arriva il giorno della corrida, la folla, fra i tanti venditori ambulanti, attende il torero che entra trionfante nell'arena accompagnato da un variopinto corteo. Carmen è in procinto di recarsi allo spettacolo e saluta con passione il suo uomo. Mercédès e Frasquita, però, la avvertono che Don José è nei paraggi e la sta spiando nascosto tra la folla: ignorando i consigli delle amiche, Carmen decide di non mostrarsi impaurita e lo incontra. La piazza si è ormai svuotata; nonostante il suo rancore, José la supplica ancora di tornare con lui promettendole di accettare la vita avventurosa che lei desidera, ma lei rifiuta con disprezzo poiché vuole sentirsi libera come è sempre stata; di fronte alle minacce di morte che l'uomo arriva a farle, lei gli getta addosso l'anello che le aveva donato mesi prima (C'est toi?? C'est moi!!, Sei tu?? Son io!!), scatenando la sua collera. Mentre la folla applaude il trionfo di Escamillo, accecato dall'ira José uccide Carmen con una pugnalata; uscendo dall'arena, la folla lo trova col cadavere della sua amata tra le braccia. Gridando dolorosamente il nome di Carmen, José confessa il suo crimine e si consegna ai gendarmi.
Programma e cast
Opéra-comique in quattro atti
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Tratto dalla novella Carmen di Prosper Mérimée
Musica di Georges Bizet
Recitativi musicati di Ernest Guiraud
Prima rappresentazione: Parigi, Opéra-Comique, 3 marzo 1875
Personaggi e interpreti
Carmen Emanuela Pascu (I) / Emilia Rukavina (II)
Don José Roberto Aronica (I) / Joseph Dahdah (II)
Micaëla Rocio Faus (I) / Alessia Merepeza (II)
Escamillo Pablo Ruiz
Mercédès Aoxue Zhu
Frasquita Soraya Mencid
Moralès Gianluca Failla
Zuniga Nicola Ciancio
Dancairo William Allione
Remendado Enrico Iviglia
Regia Sergio Alapont
Direttore d’orchestra Stefano Vizioli
Coreografia e aiuto regia Pierluigi Vanelli
Scene Emanuele Sinisi
Costumi Annamaria Heinrich
Luci Vincenzo Raponi
Video mapping e progetto visivo Imaginarium Studio
Maestro del coro Diego Maccagnola
Maestro del coro dei bambini Mario Mora
Coro OperaLombardia
White Voice Choir I Piccoli Musici
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Nuova produzione dei Theatres of OperaLombardia, Teatro Comunale “Pavarotti-Freni” di Modena, Teatro Municipale di Piacenza, Teatro “Dante Alighieri” di Ravenna
Teatro Donizetti
Il Teatro Donizetti è uno dei gioielli culturali di Bergamo, Italia. Fondato nel 1784, ha ospitato secoli di musica, teatro e opera, diventando un punto centrale per le arti performative della regione. Il teatro prende il nome dal celebre compositore Gaetano Donizetti, nato a Bergamo, le cui opere continuano a ispirare il pubblico in tutto il mondo.
L’edificio stesso è un capolavoro architettonico, che unisce eleganza e acustica eccellente, ideale sia per grandi opere che per concerti intimi. I visitatori possono godere di un’ampia gamma di spettacoli, dalla musica classica e opera al teatro contemporaneo e eventi speciali.
Il Teatro Donizetti svolge anche un ruolo fondamentale nel sostenere i talenti locali, offrendo programmi e workshop per artisti emergenti. Che siate appassionati di musica, amanti del teatro o semplici viaggiatori curiosi, il teatro offre un’esperienza indimenticabile in un contesto storico e vibrante.

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